domenica 17 giugno 2012

Crisi di Rappresentanza - Programma di intervento



1. Descrizione della situazione corrente



La distanza tra i partiti politici e i cittadini è sempre più ampia.
Recenti sondaggi evidenziano come il numero di cittadini che si considera adeguatamente rappresentato dai partiti sia intorno al 4%.
I politici vengono percepiti come chiusi in se stessi, incapaci di cogliere le esigenze delle persone comuni, e intenzionati a fare unicamente i propri interessi mantenendo i propri privilegi:
  • finanziamento dei partiti
  • grande numero di parlamentari
  • grande numero di rappresentanti a livello locale: regione, provincia, comune, altri enti locali
  • stipendi alti
  • benefit ingiustificati
  • nomine degli organismi istituzionali e di controllo asserviti ai partiti e lottizzati

La legge elettorale attuale consente ai vertici di partito di decidere chi deve far parte del parlamento, indipendentemente dalla volontà popolare, determinando un accentramento del potere presso i vertici dei partiti, e una completa esclusione della base.
La capacità e la volontà dei rappresentanti politici di varare provvedimenti a favore dei cittadini è considerata bassissima. Di fatto, Parlamento e Governo non si sono dimostrati in grado di adeguare le normative vigenti alle esigenze di una società in evoluzione, e i provvedimenti adottati appaiono inadeguati e iniqui. I cittadini percepiscono un progressivo decadimento dei propri diritti e della possibilità di contribuire a determinare l’evoluzione della società di cui fanno parte.
I cittadini partecipano in misura sempre minore all’attività politica, in quanto sfiduciati circa la possibilità di poter influenzare in qualunque modo i partiti e per loro tramite gli organi legislativi e governativi dello stato.


Si osserva che il livello di scelta di cui gode ciascun elettore è veramente scarso, e difficilmente un cittadino si sente rappresentato dall’offerta politica attuale, o anche dai nuovi movimenti, che alla prova dei fatti si dimostrano simili ai precedenti movimenti e partiti, spesso con difetti ancora peggiori.

Infine la capacità di scelta degli elettori si è dimostrata inadeguata, persino con riferimento alla capacità di eleggere tra i candidati, quelli che meglio interpretano le esigenze, i bisogni e gli interessi del singolo elettore. Questa bassa qualità nella capacità di scelta può dipendere da “imperfezioni” nel livello di istruzione, nei mezzi di informazione, nella voglia di documentarsi a fondo e capire, e così via.

Fatto sta che se un cittadino è (più o meno) libero di scegliere tra più candidati, ma poi non è in grado di fare una scelta che lo rappresenti, allora è comunque una finta democrazia: il potere non è del popolo, ma dei suoi falsi profeti.

Altro problema consiste nell’incapacità del parlamento di legiferare come dovrebbe, bloccato com’è da veti incrociati persino all’interno della maggioranza, e guidato soprattutto da interessi che non sono quelli di migliorare la legislazione corrente. Casi di conflitti di interesse e accordi sotto banco sono emersi talvolta in maniera esplicita. C’è una sensazione diffusa che i parlamentari costituiscano una casta che si accorda tramite continui meccanismi di “do ut des”, tramite i quali si cerca di mantenere e incrementare il ivello di privilegi per se e per i propri protetti, piuttosto che cercare onestamente, ciascuno partendo dalla propria conoscenza e lettura dei fatti, le soluzioni ottimali per l’intero paese.
Di fatto, il potere legislativo viene affidato dal parlamento al governo, che tramite i decreti legge e l’uso della fiducia riesce a far approvare delle leggi spesso decise a tavolino dai vertici della società, e non dalla base.



2. Descrizione dell’intervento


I cittadini che intendono prender parte attiva alla vita politica nazionale si iscrivono a liste elettorali pubbliche via web, consultabili e accessibili da tutti via web, su un apposito sito istituzionale.

Viene verificato da funzionari statali che i cittadini iscritti alle liste elettorali possiedano dei requisiti minimi, tra cui il non essere stati condannati per reati che prevedano la carcerazione.

Ogni cinque anni vengono estratte a sorte mille persone dalla popolazione di iscritti alle liste elettorali. Tali persone formeranno il parlamento nazionale/assemblea legislativa.

Nuovo meccanismo di rappresentanza


Il potere legislativo è attualmente esercitato da un’assemblea di rappresentanti scelti dai partiti, e poi votati dai cittadini. Nel nuovo processo di rappresentanza proposto, il potere legislativo viene esercitato da un’assemblea di rappresentanti dei cittadini scelti tramite estrazione casuale tra una lista di candidati  volontari a cui tutti gli aventi diritto hanno accesso.

Vediamo perché la nuova modalità è migliore (nel senso che garantisce che l’assemblea legislativa sia costituita da una rappresentanza qualificata dei cittadini stessi) della seconda.

In primo luogo, i partiti perdono il diritto di selezionare i candidati al parlamento. Ogni cittadino può autocandidarsi iscrivendosi a una lista di candidati volontari, a condizione di possedere i requisiti minimi,  senza necessariamente appartenere ad un partito, e soprattutto senza dover essere scelto da esso. Confrontiamo i due metodi di formazione delle liste di candidati:

  • Una lista di volontari è intrensicamente aperta a tutti, le liste scelte dai partiti no
  • Una lista di volontari, data la numerosità presumibilmente elevata dei candidati, sarà caratterizzata da una scarsa probabilità per ciascuno di essere eletto, e sarà costruita principalmente da giovani mossi da passione politica e altruismo, ricchi di idee e di voglia di migliorare il paese. Le liste di scelti dai partiti sono spesso composte da individui che hanno alta probabilità di essere eletti (addirittura per i primi posti in lista l’elezione è certa), e che rappresentano spesso interessi corporativi (dei politici, degli avvocati, dei notai, dei commercianti) di alcune categorie privilegiate i quali cercheranno di mantenere, e possibilmente migliorare quei privilegi, anche a scapito del resto della collettività.
  • Una lista di volontari sarà costituita nella maggior parte da individui di tutte le fasce sociali ed economiche; le liste di scelti dai partiti saranno costituite nella maggior parte da elite sociali ed economiche specifiche, influenti e dotate di ampi mezzi, interessate a mantenere lo status quo.
  • Una lista di volontari sarà costituita nella maggior parte da individui giovani e pieni di energie ed idee, desiderosi di migliorare le condizioni proprie e della società in cui vivono; le liste scelte dai partiti saranno costituite nella maggior parte da persone di una certa età, già pienamente affermate, che vogliono tendenzialmente mantenere e rafforzare il proprio stato e i propri privilegi.
  • Una lista di volontari sarà costituita nella maggior parte da individui non appartenenti ad associazioni criminali organizzate; le liste scelte dai partiti possono essere facilmente infiltrate da individui che possono fare gli interessi di organizzazioni criminali.


Costituito l’elenco di candidati volontari, nella maggior parte dei casi gli individui che ne fanno parte saranno sconosciuti alla maggioranza dei cittadini. I metodi classici di farsi conoscere tramite comizi, pagine publicitarie, cartelloni, apparizioni in televisione e radio, non sono sostanzialmente applicabili, perché:
  • il numero di candidati sarà molto alto
  • Essi non disporranno di norma dei mezzi finanziari necessari per pubblicizzarsi direttamente
  • Essi non disporranno di norma dell’organizzazione di un partito di appartenenza per farsi conoscere

Inoltre, è ovvio che qualunque modalità si segua per publicizzare i candidati presso l’elettorato, si mettano in evidenza gli oratori migliori, o i personaggi più scaltri, o quelli che dispongono di maggiori mezzi e quindi di un livello di esposizione più elevato. Non emergono quasi mai quelli più onesti o più competenti. Le stesse elezioni politiche, dunque, non costituiscono un mezzo efficace di selezione dei migliori, dei più onesti e dei più competenti.

Ora, dato che i candidati non possono ragionevolmente farsi conoscere dal resto dei cittadini, e dato che comunque le elezioni non rappresentano più - opinione ormai condivisa dalla maggioranza dei cittadini - un buon meccanismo di selezione dei migliori, dei più onesti e dei più competenti, occorre identificare un meccanismo di selezione diverso, più equo, più democratico, e più rappresentativo dell’interesse dei cittadini comuni, piuttosto che non di gruppi di privilegiati, come nelle attuali camere.

La soluzione è semplicissima ed è offerta dalla dalla scienza statistica.

Considerata una qualunque popolazione, si può dimostrare che scegliendo mille individui “a caso”, essi costituiscano una buona rappresentanza (o buon “campione”) della popolazione da cui sono stati estratti, con un margine di errore del 3%. Significa in altri termini che gli orientamenti politici di tutta la popolazione nazionale, le classi sociali ed economiche di tutta la popolazione nazionale, le categorie di lavoratori e non lavoratori di tutta la popolazione nazionale, gli orientamenti di genere di tutta la popolazione nazionale, e qualunque altra caratteristica vi venga in mente possa avere rilevanza di una popolazione nazionale, saranno ottimamente rappresentate da un’assemblea composta da mille individui estratti casualmente dalla popolazione nazionale.

Tuttavia il meccanismo di rappresentanza proposto farebbe ancora meglio, in quanto l’estrazione avviene a partire da una popolazione di candidati volontari che possiedano dei requisiti minimi.
Tale popolazione, costituirà a sua volta una selezione tra gli individui “migliori” dell’intera popolazione nazionale, nel senso che l’individuo che si iscrive alla lista sarà mediamente:

  • Più attivo politicamente della media della popolazione
  • “Portatore sano” di idee proprie non precedentemente codificate
  • Più istruito e informato della media della popolazione
  • Più appassionato e determinato della media della popolazione
  • Convinto dell’importanza di modificare le regole in senso migliorativo rispetto allo status quo
  • Non ideologicamente contrapposto ad altri individui o organizzazioni, e quindi più incline a discutere e a trovare accordi guardando ai contenuti delle proposte, a prescindere da impostazioni ideologiche pregresse
  • Non preventivamente appartenente a partiti che ne determinano le azioni in maniera verticistica, una volta eletto

Peraltro la presunzione che tramite delle elezioni “democratiche” si riescano a selezionare gli individui migliori, è abbondantemente smentita dai fatti. E’ oramai opinione comune che essi costituiscano una casta volta solo a perseguire i propri interessi, fingendo di discutere tramite una dialettica politica volta a prendere le migliori decisioni per il paese nel suo complesso.

Molto meglio dunque una democrazia incentrata su una selezione di individui che rappresentino veramente la popolazione, a cui siano garantiti i necessari strumenti per poter migliorare la legislazione vigente, nell’interesse della maggioranza dei cittadini.

Una democrazia è vera se partendo dal basso, riesce a garantire un’effettiva rappresentanza dei cittadini. Quest’obiettivo viene raggiunto tramite il nuovo meccanismo di rappresentanza proposto in sostituzione completa delle elezioni tra liste di individui scelti preliminarmente dai partiti.

Un ulteriore vantaggio di questo meccanismo di rappresentanza consiste nel fatto che evita che ciascun “eletto” (in questo caso, estratto) abbia convenienza ad alimentare un sottobosco di relazioni ed interessi con individui influenti presso una certa comunità di elettori, o con ampie disponibilità economiche, con cui magari prendere accordi sottobanco.
Infatti i rappresentanti democraticamente estratti rispondono solo di fronte alla propria coscienza nel fare gli interessi di tutta la popolazione. Alla conclusione del mandato, se ne tornano a casa comunque.
Mentre i rappresentanti democraticamente eletti, sebbene formalmente rispondano ai propri elettori, sostanzialmente rispondono agli individui o ai gruppi che li controllano o sono in grado di influenzarne il voto. Durante il mandato, faranno di tutto per creare le condizioni per farsi rieleggere alle prossime elezioni (attualmente basta essere fedelissimi alle direttive dei vertici del partito, per essere in cima alla lista), eventualmente mettendo da parte quello che gli ordina la coscienza.

Il ruolo dei partiti, dei movimenti e della società civile


I partiti non cesserebbero di esistere: avrebbero comunque un ruolo fondamentale, ma verrebbero esclusi dall’esercizio del potere legislativo, pur contribuendovi tramite la possibilità di sottomettere delle proposte di legge.

Il nuovo ruolo dei partiti sarebbe quello di formulare proposte di legge da sottoporre, dall’esterno e pubblicamente, alle commissioni parlamentari in carica, commissioni che avranno come obiettivo la regolamentazione di ciascun settore.

In altri termini, le proposte fatte dai partiti, ma anche da movimenti, da associazioni della società civile, da gruppi di discussione, e così via, costituiranno l’input ai lavori di ciascuna commissione parlamentare, al fine di redigere e perfezionare la regolamentazione del settore di competenza, da sottoporre poi al voto dell’intero parlamento.

Le proposte verranno sottoposte alla commissione di competenza via web, attraverso un sito istituzionale, e saranno accessibili e visibili da tutti i cittadini.
Affinché possano essere sottoposte alle commissioni, devono essere sottoscritte, sempre via web, da un numero minimo di cittadini (diciamo mille cittadini, ma è una soglia da stabilire con attenzione), tramite meccanismi di firma elettronica certificata, accessibili a tutti i cittadini in possesso dei diritti politici.

Questa modalità di partecipazione aperta alla politica:

  • consente a tutti i gruppi di cittadini di formulare proposte di legge

  • Ridimensiona il ruoli dei partiti, che non avrebbero prepogative istituzionalmente diverse da altri gruppi e associazioni, anche liberamente e provvisoriamente costituitesi allo scopo di proporre una specifica legge, sebbene si possa presumere che il livello e la qualità delle proposte provenienti da partiti con ampia rappresentanza possa essere più alto di quelle provenienti da piccolo gruppi di cittadini

  • Restituisce il potere ad un’assemblea che costituisce un’effettiva rappresentanza qualificata dei cittadini, sottraendolo dai partiti e dagli individui e gruppi di individui che attraverso i partiti esercitano di fatto il potere.

Trattamento dei parlamentari


I parlamentari allo scadere del mandato conserveranno il lavoro svolto in precedenza. Nel corso del mandato percepiranno una remunerazione pari al doppio della remunerazione media nazionale rilevata dall’ente ufficiale di statistica, con riferimento all’anno precedente alle elezioni. Non avranno diritto a pensioni specifiche. I parlamentari residenti in città diverse dalla capitale avranno diritto ad un rimborso a pie di lista delle spese di trasferta. L’ammontare totale dei rimborsi mensili per spese di trasferta viene pubblicato su un sito istituzionale, per ogni parlamentare. Il diritto alle auto blu, ad uno staff di assistenti, e ad altri benefit attualmente in essere, saranno aboliti.

Le comunicazioni da e verso i parlamentari, riguardo a temi normativi, devono essere pubbliche e opportunamente regolamentate.

Individui o gruppi di individui che esercitino pressioni verso i parlamentari utilizzando mezzi non consentiti, saranno passibili di pene del massimo grado. Parlamentari che cedano a tali mezzi sono passibili di essere istantaneamente sospesi dall’assemblea, tramite votazione a maggioranza.


Calendario di avvio dei lavori parlamentari


Scopo di questo paragrafo è proporre un possibile calendario di avvio dei lavori del nuovo parlamento democraticamente estratto a partire da una lista di canditati volontari aventi requisiti minimi.

Nel primo giorno di insediamento del parlamento, i parlamentari che intendono proporsi per ricoprire il ruolo di presidente o vicepresidente si iscrivono ad un’apposita lista.

I successivi 2 giorni i candidati al ruolo di presidente o vicepresidente si presentano all’assemblea in ordine alfabetico. Il tempo a disposizione viene diviso per il numero dei candidati che si presentano, a conclusione del primo giorno.

Il quarto giorno, il parlamento elegge a maggioranza il presidente (chi raccoglie il massimo numero di consensi) e il vicepresidente (secondo numero massimo di consensi).

Il quinto giorno, il presidente propone l’elenco di commissioni (istruzione, sanità, giustizia, lavoro. pubblico impiego, ambiente, attività produttive, bilancio, enti locali, sicurezza, difesa, eccetera) e il numero di membri per ognuna. Il parlamento approva.

Il sesto giorno, ogni parlamentare si propone per l’iscrizione ad una commissione.
Nel caso il numero di candidati superi il numero di membri stabilito, vengono estratti a sorte le persone in eccedenza, e riassegnate, sempre con meccanismi di estrazione casuale, alle commissioni i cui membri sono minori del numero stabilito.
Queste operazioni vengono coordinate dal presidente del’assemblea.

Il settimo giorno, i membri di ciascuna commissione che intendono proporsi per ricoprire il ruolo di presidente o vicepresidente si iscrivono ad apposite liste.

I successivi 2 giorni i candidati al ruolo di presidente o vicepresidente di commissione si presentano alla commissione in ordine alfabetico. Il tempo a disposizione viene diviso per il numero dei candidati che si presentano, a conclusione del settimo giorno.

Il decimo giorno, la commissione elegge a maggioranza il presidente (chi raccoglie il massimo numero di consensi) e il vicepresidente (secondo numero massimo di consensi).

Nei quattro giorni successivi, ogni commissione definisce una proposta di calendario dei propri lavori. Scopo dei lavori di commissione è proporre al parlamento la regolamentazione organica del settore di riferimento. Ogni commissione è libera di seguire le procedure che ritiene più opportune per raggiungere tale scopo, inclusa la definizione dei ruoli e delle responsabilità specifiche e differenziali dei suoi membri.

Il quindicesimo giorno il presidente dell’assemblea elabora una proposta di calendario, con il supporto dei presidenti di commissione.

Il sedicesimo giorno, il parlamento approva il calendario, e avvia i lavori di commissione.

Dal diciassettesimo giorno in poi, ogni variazione del calendario dei lavori dell’intero parlamento viene decisa dai presidenti di parlamento e commissioni.

Le proposte di legge formulate da gruppi qualificati di cittadini, vengono acquisite dalle commissioni di competenza  tramite il sito istituzionale preposto, e vengono discusse e rielaborate dalla commissione stessa, fino ad arrivare alla formulazione di una proposta di legge organica, approvata dalla maggioranza della commissione, che verrà sottoposta all’analisi e quindi alla votazione dell’intero parlamento, secondo il calendario concordato.